-Rit. (x2) M sient? Song a voc e chi n’ten nient, mentr partn e mbastiment, c riman sultant o’vient, o’ vient
Ti giuro mamma questo è l’ultimo caffè che bevo, il poco riposo mi rende nervoso, mi chiedo, se rimarrà solo la polvere nelle mie mani il risultato sarà correre su quelle navi, i figli di puttana fanno saltare nei piani, loro ci vogliono trattare da poveri schiavi. E chi sogna l’America più lontana, come il secolo va il sangue dei nostri avi, dimenticati dal Padre Eterno brucia qua l’inferno e chi non sta mai fermo è perché è stanco dentro e camminando a testa alta, ascoltando la voce del vento, avrà fatto centro.
-Rit.(x2)
Parlo a nome di una generazione che qui non ha più niente ed è costretta a dipendere sempre dalla gente. Andare via fino a su ma con la mente di giù, rimane solo il vento e noi artisti sempre di più. Con la valigia in mano varchiamo una nazione che non dà opportunità, un valore a quello che vendiamo (nun cià facc cchiu)30 anni in mezzo a sta merda ma mi rimbocco le maniche frà e ricominciamo. Se credi che da grande ragioni così, allora ragazzino tu non hai capito un cazzo che aspettavo, e per la prossima fine del mondo come disse un vecchio saggio: IO SPERIAMO CHE ME LA CAVO! Guarda la gent quant sent o’ vient ngopp a pell e l’addor re cos p l’anima, e chell ca trov e chiamm vrità, sensibilità p l’aria int a na carica. Vorrei capire adesso il tempo che ha a disposizione per confessare i miei peccati e quanti ne ho Signore, chell ca trov a chiamm vrità, sensibilità p l’aria vient p l’anima
-Rit.(x2)
Ti giuro mamma questo è l’ultimo caffè che bevo, come Troisi mi rende nervoso e poi mi chiedo, quando le scorie finiranno sempre me stesse, il tempo mi passa davanti F.S. scaglio l’ultima pietra tra peccatori ci copiano e voi benvenuti al sud mò ve lo spieghiamo, porto una croce come Gesù Cristo sul calvario è quella di essere Italiano, sai come mi chiamo? Bravo . Le persone che mi apprezzano per quel che sono , perché a volte non c’è un prezzo per quel suono. Le mie idee continueranno a viaggiare con la voce del vento di chi non ha nulla e che sa cantare
