Il Carso era la prora d'Italia all'avvenire immersa nell'aurora
Per vincere o morire e intorno a quella prora si moriva
Quando alla nave arrise la vittoria, ma il nome di ogni fante
Che periva passava all'albo bronzeo della storia!
Soldato ignoto e tu?
Nei meandri del destino, ossa senza piastrino, eroe senza medaglia
Non esistevi più, finita la battaglia, fu chiesto inutilmente
Nessuno per te poteva dire: «Presente!»
Il Piave era una diga di elmetti e di fucili, anime e corpi in riga
I fanti non sono vili, la morte li freddò coi suoi miasmi
Li strinse a mille fra le ossute braccia
Li rese irriconoscibili fantasmi, ne disperdeva fin l'ultima traccia!
Soldato ignoto e tu?
Nei meandri del destino, ossa senza piastrino, eroe senza medaglia
Non esistevi più, finita la battaglia, tua madre inutilmente
Tra i morti intatti ricercò l'assente!
La gloria era un abisso, ma dallo Stelvio al mare
Lo sguardo restò fisso, si doveva passare
E la chiodata scarpa vi passava
Tritò l'impervio Carso a roccia a roccia
Pigiò nel Piave sacro che arrossava
Sangue nemico tratto goccia a goccia!
Soldato ignoto e tu?
Nei meandri del destino, or brilla il tuo deatino fregiato dalla palma
Eroe non morrai più e solo la tua salma che è rivolta ad oriente
Da Roma può rispondere: «Presente!», da Roma può rispondere: «Presente!», da Roma può rispondere: «Presente!»